Il settore auto nei prossimi anni sarà oggetto di una rivoluzione tecnologica a livello internazionale che vedrà il mercato modificarsi radicalmente. In questo contesto la Toscana dovrà essere in grado di sfruttare il potenziale rappresentato dall’eccellenza del polo interuniversitario e rendere il settore automotive trainante per l’intera economia regionale.

E’ quanto emerso oggi a Firenze al convegno promosso da Movet (Centro d’iniziativa su Motori, Veicoli e Tecnologie), l’associazione che rappresenta oltre 20 soci fra dipartimenti universitari, multinazionali di primo livello e aziende toscane impegnate nel settore automotive.

Il settore in Toscana conta oltre 122 aziende che hanno stabilimenti nella regione, con una produzione di circa tre miliardi di euro e più di 14 mila occupati. Le grandi imprese (con più di 250 addetti) sono otto ma impiegano il 63% degli occupati e del fatturato.

“Dobbiamo favorire la conoscenza di un settore in grado di fornire un importante appoggio all’economia toscana” Ha dichiarato Giuseppe Pozzana, presidente di Movet. “I dati 2015 ci dicono che a livello nazionale tra le attività più dinamiche si registra la crescita delle industrie di fabbricazione di mezzi di trasporto: +16,8% in particolare cresce la produzione dell’industria automotive con un aumento tendenziale del 26,9% (dati ANFIA). Questo significa che la Toscana ha davanti a sé la possibilità di aprirsi un nuovo mercato e questo solo se, grazie alla collaborazione del polo interuniversitario, sarà in grado di far nascere una filiera capace di coinvolgere tutti i soggetti presenti sul territorio. Le nuove tecnologie, applicate al settore, hanno infatti aperto una nuova epoca in cui la nostra regione può svolgere un ruolo di indiscusso protagonista.”

“La prima auto con guida automatica in circolazione in Toscana? Nel 2023 – Prevede Sergio Rinaldi, KDM Group-Hong Kong – Ovviamente stiamo parlando di guida automatica di livello 3, per arrivare a livello 4, cioè senza il guidatore pronto a prendere in mano i controlli, dovremo aspettare ancora qualche anno. In Toscana abbiamo un tessuto di piccole e medie imprese abbastanza avanzato quindi ci sono buone possibilità di creare, grazie a livello di eccellenza della ricerca, un polo dell’auto con una filiera tutta regionale. Ci deve essere la volontà da parte di tutti di fare sistema in modo da imporsi sul mercato globale.”

“Il settore dell’auto, partendo dal 2014, ha lanciato dei forti segnali di ripresa – ha spiegato Andrea Debernardis, ANFIA – dal punto di vista della produzione siamo ancora lontani rispetto ai valori del 2007 ma complessivamente l’aumento della produzione di alcuni modelli ha portato linfa nuova alle aziende della componentistica che hanno retto in questi anni di crisi grazie alla forte capacità di fare esportazione su altri mercati. Dobbiamo tenere presente infatti che il 70% delle aziende italiane della filiera esporta grazie alla capacità di innovare e di essere sempre pronte a recepire le richieste del cliente. Intensificare il rapporto fra mondo industriale e mondo universitario aiuterà senza dubbio la Toscana a scalare la classifica nazionale dei distretti più produttivi.”

“Abbiamo notato – spiega Marco Pierini, docente dell’Università di Firenze e presidente del Comitato scientifico di Movet – come si sia registrato in passato uno scollamento fra il mondo della ricerca e il mondo della produzione. Movet è nata proprio per superare questa distanza perché siamo convinti che ci siano grandi opportunità dal punto di vista economico e imprenditoriale grazie alla creazione di una filiera specifica. Intendiamo costituire un apposito distretto regionale e come Movet avanzeremo una proposta al settore produttivo e all’Università. Se questa proposta verrà accolta dalla Regione credo che questo ambito potrà fornire una grande opportunità che sarà poi estesa alle regioni confinanti.”

“Oggi la nostra base di fornitura è praticamente al 99% al di fuori della Toscana.” spiega Enrico Rebaudo, di Continental “Abbiamo fatto una serie di iniziative con la Regione per cercare di localizzare e una filiera tutta toscana certamente aiuterebbe a fornire i requisiti necessari per lo sviluppo del settore nel nostro territorio. A questo proposito essere all’avanguardia nelle nuove tecnologie nel settore ci permette di essere sempre sul mercato.”

“Mettendo insieme la competenza dei soggetti coinvolti oggi – spiega Paolo Folgarait, di NUMANOVA – si registra una conoscenza importante del settore. Si parla di investimenti di rilievo che vanno spesso oltre le possibilità delle singole Pmi e per questo creare una rete sul territorio capace di recepire le richieste del mercato può fare la differenza per tutta l’economia toscana e creare qualcosa di estremamente fattivo.”

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